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La Miniera di Belorn - Essi tornarono

Yuppie eureka daje!!! La brigata, stavolta, era composta - non di cipolle (magari su formaggio stagionato... yum... ops... anche i narratori son deboli ai richiami gastronomici...) nientepopodimenoche da Winston e Stomacopeloso (son capoccioni, insistono...) e Xena, che ebbe a temere, all’inizio dell’impresa, di dover far da balia ai due scapestrati...

Memore delle precedenti scoppole, stavolta l’Elfo si portò dietro la mappa delle passate disavventure, cercando di evitar mazzate e massate di cui ancora recava bernoccoli. E così, il previdente (o pavido? Ai posteri l’ardua sentenza) orecchieapunta condusse i due compagni a nuovamente sbendar la Mummia e smantellar lo Scheletro nella prima stanza per poi attraversar alternativo corridoio (alternativo alle memorabili scoppole...); eppure, procedendo a ritroso attraverso alcune delle stanze già schiavardate e altre saccheggiandole per la prima volta, sferruzzando ancora Goblin, Orchi e Fimir antigienicamente assembrati in agguato (insistenti, anch’essi), l’Eroina e i due Eroi arrivarono stremati, zoppicanti e sanguinanti (pur ricorrendo nuovamente a pozioni e incantesimi... ussignur!...) a smantellar lo Scheletro in agguato all’uscita (Xena, Stomacopeloso e Winston udirono distintamente l’ossuto passeggiator far loro “Cucù!”) finché non giunsero a scontrarsi con due Fimir e un Gargoyle.
Ora, qui si consumò la tragicommedia finale: Winston insisteva (l’ho già detto che è di coccio?) a dire che il Gargoyle era una innocua statua di pietra, memore di averne già incontrato un altro esemplare in un altro livello della Rocca; Master Titta replicava “’O dici te” – espressione idiomatica de la lingua di Zangor traducibile grossomodo come “sta’ attento, caro ragazzo, ché la memoria ingannevole può a volte essere”. Xena e Stomacopeloso ebbero tutto il tempo di accendere un fuoco e metter su scoppiettanti sementi che masticarono allegramente nel corso della controversia fra i due tignator.

Dopo la (breve?) pausa, i tre claudicanti ma avventurosi decisero di affrontare i tre oppositori (non so perché, ma sto doppio trittico ricorda tanto Orazi e Curiazi... e difatti furon cazi...) dando fondo a tutte le energie, fisiche e spirituali, residue. E non fu difficilissimo, per loro, sbarazzarsi dei due Fimir. Ma Zangor non fu da meno, quanto a furbacchiona perizia: quel gran paravento aveva disseminato di trappole la stanza del tesoro; così, Stomacopeloso, sostenuto dall’ultimo incantesimo di cui Xena gli fece dono (un po’ un asso nella manica), fu costretto a smaltire la ciucca che lo aveva fatto barcollare lentamente per buona parte dell’attraversamento (in effetti, le persone sagge si ubriacano prima di intraprendere danzerecci spanzamenti, non durante), sprofondando e arrampicandosi per sorprendere alle spalle il Gargoyle che, però, fece polpette di Nano... al che, l’Elfo fu pronto a reagire e smantellare il mostrochedipietranonera, dopodiché i due compagni di avventura superstiti, rovistando e tastando ovunque, fecero scattare una porta segreta.

A quel punto, i due Elfi si guardarono in faccia disorientati, perché non avevano ancora recuperato le parti della mappa di pietra ignominiosamente perduti in precedenza da Elfo e Nano (quasi come gatto e volpe...); erano a un passo dal trapasso a causa di fievole energia fisica e non avevano ovviamente la più pallida idea di cosa avrebbero trovato. La titubanza durò il tempo di un attimo, quello in cui Winston si gettò a capofitto nella stanza... e bene gli andò! Perché ritrovaron i massi incisi che si erano persi, senza incappare in mostri e trappole. E così, Xena e Winston, leggeri d’animo ma pesanti di bisaccia, fischiettando se ne andarono...

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