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I Passaggi Silenziosi

Sonnacchiosa ma avida si rivelò questa congrega, composta stavolta dai due Elfi, il Nano e il silente Barbaro, man man che procedeva fra i piani e i corridoi e le stanze...

I quattro scalcagnati compari entraron zoppicando sin da subito: indecisi su chi dovesse cedere lo passo; il Nano volto ad affrontar l’impresa decisamente senza affrettarsi; Scpapparo, prima ancora di mostrarsi implacabile, apparendo perfino disorientato al punto da faticare a decidere con quale piede varcare la soglia di ingresso...

Guardinghi come ormai ebbero imparato ad agire, perlustrarono da cima a fondo tutto il corridoio: avreste potuto vederli intenti a sollevar sassolini, picchiettar sui muri, scrostar muschio e tracce di umidità, pur di non venir sopraffatti da trappole di varia natura.

Tutto procedeva quasi noiosamente, fra le prime due sale del cammino che si parava quasi obbligato davanti ai loro passi, fino a quando non entrarono nella terza: qui Stomacopeloso avvertì doloretti causati dagli scontri precedenti con Scheletri e Zombie; ma, in compenso, Scpapparo riprese confidenza con la balestra, arrivando a sbendar gli ossuti oppositor quasi come una ginnasta esegue i suoi volteggi con il nastro...

Ma quando poi si apprestarono ad aprir la porta che li riconduceva sul corridoio, udirono un crepitio che attribuirono ai cardini arrugginiti dell’uscio, finché... finché non misero piede fuori della stanza e una nube verdastra e pestilenziale gli si parò davanti e fece gli onori di passaggio (chiamereste casa, un corridoio? Io questo non creto...): “Salve, sono il Vapore della Morte!” e i nostri quattro quatti Eroi risposero in coro “Coff coff coff! No, no, ti abbiamo riconosciuto: sei Venticello!” e le loro menti si illuminaron, e i loro nasi si storsero, avendo appena compresa la vera natura del crepitio...

I quattro malcapitati, mezzo asfissiati, stentarono a sfuggire al vaporoso fetore; quando poi riuscirono a intravedere una porta nel corridoio, si precipitarono all’interno pur di riprendere una boccata d’aria, ben consci di preferire di incrociar lame con eventuali caotici guerrieri, pur di poter respirare – con o senza mascherine... Ma, purtroppo per loro, quella sala era un vicolo cieco, perciò, dopo aver fatto salti mortali per evitare una trappola di lancia e sbevazzato le poche pozioni e gli incantesimi a disposizione per disintossicarsi, in apnea si rituffarono nel corridoio, dove assunsero un colorito verdastro a causa di Venticello...

Con palpabile imbarazzante difficoltà, Xena, Winston, Stomacopeloso e Scpapparo svoltarono l’angolo e... trac!... incapparono in una seconda trappola, incalzati dal pestilenzial fetore...

Ma da questo momento, per i quattro scalcagnati, le cose seguirono un differente corso: si infilarono nella prossima sala sbaraccando i bendati occupanti, smucinando a fondo tanto che l’Elfa mostrò trionfalmente ai compagni una Lama degli Spiriti saltata fuori dal sarcofago che troneggiava al centro della sala e che faceva proprio al loro caso per sbarazzarsi di Venticello e areare il locale prima di soggiornare... in questa occasione furono Xena e Stomacopeloso ad esibirsi, la prima lanciando la spiritata lama al secondo che, in un sol balzo, afferrò al volo la spada, atterrò in corridoio e la brandì come uno spolverino per dissolvere le fatal molecole...

Or, la sgangherata congrega aprì due sgabuzzini che contenevano ossa semoventi ma blandamente minacciose e sarcofagi di modeste dimensioni da cui spuntarono modeste testimonianze che fecero storcere nuovamente i nasi degli Eroi... ma per il disappunto, stavolta!

Ancor ben lungi dal buon esito dell’intrapresa, gli Elfi, il Nano e il Barbaro ripresero il cammino, di nuovo scoperchiando instabili mattonelle, scansando sassolini e picchiettando sui muri...

Stavolta, però il corridoio, che appariva cieco, rivelò con sorpresa un segreto passaggio che i quattro non indugiarono ad attraversar...

Con crescente delusione, l’ingorda quadriglia attraversò con scorno le due sale che si pararon davanti a loro; neppure il tepore della saletta interna li scaldò e decisero così di affrettarsi a lasciarsi alle spalle questi scarni, vuoti ambienti...

E fu proprio allora che Master Titta combinò uno scherzetto: ordinatamente ma precipitosamente, Xena, Winston, Stomacopeloso si infilarono nella successiva sala, finendo l’elfica donzella in una buca, mentre gli altri due stentaron a schivar lance tirate di soppiatto! L’unico invasor ad aver la meglio fu Scpapparo, il quale appena atterrò di slancio, sano e salvo, sulla prima mattonella tirò il fiato con un “Op-là!” che fece quasi sacramentar Zangor.

Dopo aver rovistato il rovistabile, i nostri scalcagnati si affacciaron sul corridoio che scoprirono essere l’ultimo miglio poiché intravidero, in fondo, l’uscio della salvezza!

Ma... mentre percorrevan le poche mattonelle che restavan da calpestare, lungi dall’esser soddisfatti del bottino, votati ormai alla insoddisfatta cupidigia... i quattro, sempre più cravattari soci e sempre meno Eroi, indugiarono sol un istante prima di fiondarsi nella prima delle due ultime sale che restavan da smucinare!

Appena entrarono, travolsero due poveri malcapitati Zombie, rivoltaron un baule facendo tintinnare le monete che gelosamente custodiva e spalancarono la porta sulla stanza successiva, prima di arrestarsi di botto per non finire in una sorta di schiaffo del soldato, attorniati da Scheletri e altri Zombie, dignitosamente seduti lungo le pareti della sala che i quatti (una volta!) Eroi immaginaron fosse una saletta da ballo o per feste...

Impietriti dalla scoperta, i soci della congrega si guardarono negli occhi, chi strabuzzando gli occhi, chi grattandosi il capo. Xena, però, non si perse d’animo e, anzi, tirò fuori dalla sua elegante borsetta (chi ha detto che in battaglia si debba vestir scalcinati?!) un incantesimo degno della migliore delle dee dell’elfico olimpo che stordì per lungo, lunghissimo tempo i partecipanti al festino, dando agio a sé e ai compagni di sbendar, smandrappar e spappolar i poveri malcapitati in libera uscita...

Infine, un’ultima segreta porta si aprì davanti ai nostri Eroi (?) prima che questi potessero scovar il marchingegno - forse temeva, il muro, di venir scatrastato dalla eroicomica furia? Come dar torto anche a inanimate mura?... Il passaggio rivelò una stanza disabitata ma che custodiva un secondo baule: al suo interno, gli Elfi, il Nano e il Barbaro scovaron due pugnali. Con stizzoso rammarico, Xena si rivolse direttamente a Master Titta, rimproverandolo con fervore: “Orsù, non scherziam! Noi quattro siam, come puoi farci trovar due soli pugnali?!”. Zangor, che, seppur fetente, sempre maschietto è, fu percorso da un brivido e si affrettò a scusarsi di non averne di altri e a trovar soluzione per ripartir l’armi rinvenute...

Dichiarandosi esauditi e appagati, gli Eroi si incamminaron verso la ormai indiscussa salvezza, cedendo lo passo e rimirando l’elfica compagna che li rese salvi e ricchi...

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